L’Arengario, situato nel cuore di Monza in piazza Roma, è uno degli edifici storici più importanti della città. Questo antico palazzo comunale risale al XIII secolo e rappresenta un esempio straordinario di architettura medievale in Lombardia. La sua posizione centrale, da cui si dipartono le principali vie cittadine, ne fa un punto di riferimento non solo storico, ma anche urbanistico.
La Storia dell’Arengario
La costruzione dell’Arengario risale al 1293, come ricorda una lapide posta sopra l’ingresso principale. L’iscrizione celebra il regime di Pietro Visconti, podestà del borgo di Monza. Realizzato a margine del Pratum Magnum, l’antica piazza del mercato, l’edificio nacque per esigenze pratiche e politiche. Nel 1250, il podestà dell’epoca venne scomunicato per aver utilizzato abusivamente il porticato del Duomo come sede delle assemblee comunali e del mercato. Fu quindi necessario costruire una sede autonoma per le attività municipali.
L’Arengario si distingue per il suo design funzionale: il portico inferiore era originariamente utilizzato per il mercato, mentre la vasta sala superiore ospitava le riunioni del Consiglio dei Maggiori, composto da 150 cittadini eletti, e le assemblee dei mercanti.
Architettura e Caratteristiche
L’edificio presenta una pianta rettangolare (30,3 x 12,4 metri) e si ispira al Palazzo della Ragione di Milano. È costruito in mattoni e decorato con elementi bicolore che incorniciano le finestre ogivali in stile neo-romanico. Il portico, caratterizzato da arcate a sesto acuto, si regge su 18 pilastri disposti su tre file. Un tempo, qui si trovavano le unità di misura medievali, oggi conservate nei Musei Civici di Monza.
Tra gli elementi più iconici dell’Arengario troviamo la loggetta in pietra, aggiunta nel 1380 e nota come “la Parléra”. Da qui venivano proclamati i decreti comunali.
Nel XIV secolo, venne aggiunta una torre campanaria di pianta quadrata alta 44 metri, con merli ghibellini e una cuspide ottagonale. Nel 1347, l’arciprete Leone dei Frisi vi fece installare uno dei primi orologi a ruota d’Italia, progettato da Giovanni Dondi.
Evoluzione e Restauri
Nel corso dei secoli, l’Arengario ha subito numerose modifiche. Nel Settecento, fu trasformato in tribunale e collegato al Palazzo Pretorio tramite una passerella. Durante l’Ottocento, si pensò persino di demolirlo, ma fortunatamente l’edificio venne salvato e riadattato.
Tra i restauri più significativi, quelli del 1910-1915 ripristinarono la struttura originale della sala superiore e delle aperture sul lato est. Negli anni ’60, un altro importante intervento a cura dell’architetto Luigi Ricci dotò l’edificio di un moderno impianto elettrico e di riscaldamento, rendendolo idoneo ad accogliere esposizioni e mostre.
L’Arengario Oggi
Attualmente, l’Arengario è uno spazio espositivo che ospita mostre d’arte e rassegne culturali. Le collezioni permanenti che un tempo si trovavano qui sono state trasferite nei Musei Civici di Monza, situati nell’antica Casa degli Umiliati.